Avevo già raccontato le mie storie di montagna, di natura e di viaggi davanti ai soci della sezione di Roma della Giovane Montagna, nella sala accanto alla chiesa di San Pancrazio. La serata del 22 febbraio 2019, però, è stata particolarmente piacevole. Il pubblico, come sempre attento, competente e cordiale, mi ha sentito raccontare dei miei incontri con alcuni dei personaggi della montagna, da Reinhold Messner ad Adam Ondra, da John Hunt a David Lama, le cui interviste sono raccolte nel libro.
Mi sono dilungato su Felice Benuzzi e la sua meravigliosa fuga sul Kenya, che ho raccontato prima con un’intervista al protagonista e poi salendo la seconda vetta dell’Africa, nel 1993, insieme a Cristiano Delisi. Altre storie, come quella di Nives Meroi e Romano Benet, si sono arricchite di particolari dopo incontri più recenti.
Ho raccontato con commozione storie magnifiche, comparse via via nei miei articoli e nei miei documentari, come quelle di Andrea Lanfri e di Domenico “Mimì” Alessandri, e altre che mi hanno profondamente emozionato come quella con Rossana Podestà, dopo la scomparsa del suo compagno, il grandissimo Walter Bonatti.
Nella serata alla Giovane Montagna ho raccontato anche del Mustang e del Kangchenjunga, del Ruwenzori che ho salito 100 anni dopo il Duca degli Abruzzi, dei problemi legati all’eliski e al cambiamento climatico, del terremoto che ha colpito il Nepal nel 2015 e di quello che ha devastato Amatrice e i Sibillini un anno e qualche mese più tardi.
Speravo che la quarta edizione della mia storica guida “A piedi nel Lazio”, uscita per la prima volta nel 1983, contribuisse quest’anno ad attirare escursionisti nella zona colpita dal sisma, e desse quindi un contributo alla lenta rinascita di quei luoghi stupendi. Invece la guida (non per mia scelta!) non uscirà, e per la prima volta l’ho dovuto ammettere in pubblico. E’ un peccato. Forza Amatrice, comunque. E grazie alla Giovane Montagna.