Il gipeto (o avvoltoio degli agnelli, nome scientifico Gypaetus barbatus) è uno degli uccelli più rari delle Alpi. Cacciato fino all’estinzione in passato, è stato reintrodotto sulle Alpi da trent’anni, ma è ancora rarissimo. In Italia, le coppie nidificanti sono una dozzina.
Quest’anno, l’unica coppia presente in Valle di Cogne ha piazzato il suo nido in Valnontey. Per evitare disturbi, causati soprattutto dal rumore, il Parco Nazionale del Gran Paradiso ha vietato l’arrampicata sulle cascate di ghiaccio del versante del Money. Tra queste è un itinerario classico come “Repentance super”.
“La nidificazione del gipeto in Valnontey, per il quarto anno consecutivo, è un evento di grande interesse scientifico e naturalistico per il Parco. Nel resto della Valnontey si potrà continuare ad arrampicare” spiega Italo Cerise, presidente del Parco. “Il passaggio di un elicottero farebbe certamente fuggire i gipeti. Non si possono proibire eventuali voli di elisoccorso, quindi è necessario far sì che non ci siano persone da soccorrere, proibendo l’accesso ad alcune cascate” aggiunge Alessandro Crudo, presidente delle guide alpine di Cogne.
Naturalmente il divieto di accesso alla zona non riguarda solo gli alpinisti ma tutti i visitatori, inclusi escursionisti e fotografi. Le guide alpine valdostane hanno deciso di collaborare con i guardiaparco per proteggere la privacy dei gipeti. Chi oltrepasserà le delimitazioni andrà incontro a sanzioni amministrative e al sequestro dell’attrezzatura. Per chi fosse sorpreso a disturbare il nido scatterà la denuncia penale.
Per l’autore di questo blog, vietare le cascate e le altre zone vicine ai nidi di gipeto è una decisione sacrosanta, che è stata presa nel modo giusto, coinvolgendo e informando i frequentatori della montagna. Mi auguro che sia anche un esempio per le tante (troppe!) aree protette, soprattutto sull’Appennino, che continuano a imporre divieti che non hanno motivazioni scientifiche o di conservazione.
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