E’ tornato dall’8 al 10 novembre scorsi “Montagne in Città”, la rassegna romana dedicata a film, incontri, conferenze e libri di montagna. Torna in una nuova collocazione, l’Aula Magna della Facoltà di Lettere dell’Università Roma Tre. E’ stato un piacere, sabato 10, presentare con parole e immagini “Alpi di guerra, Alpi di pace”, il mio libro pubblicato tre anni fa da Corbaccio, che ha vinto vari premi, e che è di moda in questo periodo per un semplice motivo. Tra il 4 e il 12 novembre 2018 si è concluso il centenario della Prima Guerra Mondiale, una tragedia che ha causato milioni e milioni di morti (oltre 600.000 in Italia), e che ha dato inizio a trent’anni di tragedie ininterrotte, in Europa e non solo.
Non sono un professore di storia, non ho verità assolute per nessuno. Nel libro, e nella conferenza che lo presenta, rifletto su una ventina di episodi importanti della Grande Guerra sulle Alpi, e sui loro protagonisti, che in grande maggioranza erano dei ragazzi di vent’anni o poco più. In più, racconto in che condizioni sono oggi quei campi di battaglia. Trincee, forti, itinerari attrezzati sono diventati degli itinerari della memoria, e vanno visitati e apprezzati come tali.
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