Tre anni e mezzo fa, il 21 gennaio 2015, la meningite gli ha portato vie le gambe e sette dite delle mani. Da allora, grazie a due gambe artificiali in carbonio, ha battuto i record italiani di corsa sui 100, 200 e 400 metri, conquistando un argento ai Mondiali paralimpici di Londra. Pratica anche regolarmente l’arrampicata in falesia. La storia di Andrea Lanfri, raccontata nelle scorse ore dall’ANSA e dal quotidiano toscano “Il Tirreno”, sta facendo il giro del mondo.
Nell’ascensione verso la Capanna Margherita, l’atleta toscano non si è preoccupato della sua disabilità, ma dei problemi degli altri. E’ infatti salito con il team di ONE Project, un progetto di ricerca, ideato da Alberto Oro, sulla possibilità di contrastare il mal di montagna con specifiche tecniche di respirazione.
“La squadra, composta da 25 persone, tra i quali una decina di medici, è partita a piedi dai 1800 metri di Stafal, e in quattro giorni è arrivata ai 3500 del rifugio Mantova a 3500 metri” ha raccontato il protagonista a “Il Tirreno”. Più in alto, sul Ghiacciaio del Lys, una parte del gruppo ha rinunciato, ma Lanfri e l’amico Moreno Pesce, privo di una gamba, sono arrivati in cima.
Nel prossimo gennaio, Andrea ha in programma la salita ai 6961 metri dell’Aconcagua. La tappa successiva potrebbe essere l’Everest, 8848 metri, che è stato salito solo una volta da una persona entrambe le gambe amputate, l’alpinista cinese Xia Boyu. Forza Andrea!
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